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Bronchiolite nei neonati: sintomi, rimedi e prevenzione

Leggi questo articolo per conoscere la bronchiolite nei neonati, acquisire informazioni utili per saper seguire al meglio le indicazioni del Pediatra.

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12 Settembre 2019 • 8 minuti di lettura

Al parco, al supermercato e in pratica ovunque, l’incontro con altre mamme è per te un’occasione di confronto e di condivisione.

Al tempo stesso, però, potrebbe diventare causa di confusione e di timori spesso ingiustificati: crescere un figlio è un’esperienza stupenda da raccontare, ma quando si parla della sua salute ogni mamma entra in uno stato di ansia estrema.

La tua preoccupazione è del tutto giustificata e comprensibile, ma è sempre bene non cadere nell’ansia immotivata.

Soprattutto se sei al primo figlio, ricorda che anche l’inesperienza può renderti vittima di paure spesso esagerate.

Da una parte c’è scarsa informazione sull’argomento, dall’altra un nome così particolare non aiuta di certo le mamme più ansiose.

Bronchiolite è infatti un termine che ricorda la broncopolmonite, ma che non ha nulla a che fare con questa malattia polmonare.

È importante sottolineare che la bronchiolite è una delle infezioni più diffuse nei neonati da non sottovalutare, ma è anche una malattia che passa con il supporto del Pediatra.

Addirittura, la bronchiolite è definita come una problematica benigna che si risolve da sola.

Te lo confermerà anche il Pediatra, il tuo riferimento in caso di bronchiolite e di tutte le questioni di salute che riguardano il tuo bambino.

Definizione e incidenza della bronchiolite

Il termine bronchiolite deriva dall’unione della parola “bronchioli”, termine con cui si indicano strutture o unità funzionali molto piccole dei polmoni, e il suffisso “-ite”, che in medicina indica sempre infiammazione.

La bronchiolite, infatti, è un’infiammazione dei bronchioli e dei bronchi, causata principalmente da un’infezione virale acuta.

In particolare, l’infezione è causata nel 75% circa dei casi dal Virus Respiratorio Sinciziale (RSV) e nella restante percentuale da altri virus, come ad esempio Rinovirus, Adenovirus, virus influenzali e parainfluenzali.

La bronchiolite non va confusa con la broncopolmonite che è invece una malattia di origine batterica e che prevede cure più complesse.

La bronchiolite colpisce principalmente i bambini al di sotto dei 2 anni, con una maggior incidenza in quelli molto piccoli, neonati, da 2-3 settimane fino ai 6 mesi di vita.

Forse, è proprio questa caratteristica che fa temere tale problematica.

Infatti, più i bambini malati sono piccoli più è difficile per un genitore gestire la situazione.

Un neonato o un piccolino al di sotto dei 2 anni fa fatica ad esprimersi e a farti capire come si sente.

Intanto, la prima cosa da sapere per un genitore è che la bronchiolite è benigna e si risolve spontaneamente nell’arco di massimo un mese.

Identikit della Bronchiolite nei neonati

Entrando nel dettaglio, il periodo di maggior incidenza della bronchiolite, caratterizzata da infiammazione di bronchioli e bronchi, corrisponde ai mesi invernali, in particolare tra novembre e marzo.

Quindi, l’asticella d’allerta per te si dovrebbe alzare in questo periodo!

Devi inoltre sapere che, i virus che provocano la bronchiolite sono caratterizzati da un’ampia diffusione ma, mentre nei bambini grandi o negli adulti non creano particolari problemi, per i neonati e i bambini al di sotto dei 2 anni attecchiscono meglio”, perché colpiscono un sistema immunitario ancora debole e in maturazione.

La fase di contagio varia dai 6 ai 10 giorni, a cui segue l’infezione di bronchioli e anche bronchi che attiva un processo infiammatorio acuto con aumento delle secrezioni di muco e conseguente congestione e ostruzione delle vie aeree inferiori che possono portare a difficoltà respiratorie.

In pratica, i bronchioli e anche i bronchi si riempiono di muco e oltre un certo limite possono rendere per il piccolino difficoltosa la respirazione.

In ogni caso, già la perdita di appetito, la tosse e il naso tappato sono segnali che solitamente ti portano a chiedere la consulenza del Pediatra per una visita che chiarirà la situazione.

La conferma di bronchiolite, infatti, avviene attraverso la diagnosi clinica, ovvero con la visita e l’osservazione dell’andamento dei sintomi da parte di uno specialista.

Andiamo ora ad approfondire i sintomi, i fattori causali e i rimedi consigliati per la cura e la prevenzione della bronchiolite.

I sintomi della bronchiolite: non un semplice raffreddore

La bronchiolite è caratterizzata da 2 fasi che presentano una sintomatologia differente e che riflettono l’andamento del processo infiammatorio a livello di bronchi e bronchioli in funzione dell’aumento della produzione di muco che porta a una sempre maggior occlusione delle vie respiratorie profonde.

In linea di massima, i sintomi di esordio della bronchiolite possono essere confusi con un comune raffreddore, ma l’arrivo poi di tosse insistente, respiro sibilante ed eventuali difficoltà respiratorie fanno sospettare che non si tratta di una semplice infezione delle prime vie respiratorie.

In ogni caso, ricordiamo che si tratta di una problematica benigna che si risolve in modo spontaneo nell’arco di 12 giorni massimo un mese, ogni bambino infatti ha i suoi tempi di reazione e guarigione!

Nei primi 2 o 3 giorni di malattia i sintomi sono:

  • Naso che cola;
  • Naso tappato;
  • Tosse;
  • Leggera febbre (non sempre presente).

A seguire, per una settimana o più, si manifesteranno sintomi più caratteristici per la diagnosi di bronchiolite:

  • Respirazione rapida;
  • Tosse irritante umida;
  • Difficoltà respiratorie;
  • Respiro affannoso con fischio caratteristico;
  • Potrebbe essere presente febbre, anche fino a 41 °C;
  • Potrebbe essere presente otite media.

Tra tutti i sintomi, il respiro sibilante è il campanello d’allarme di una possibile bronchiolite, il segnale che deve subito indurti a chiamare il Pediatra.

Ricorda che il suo intervento è comunque sempre necessario se il bambino ha meno di 12 settimane e quando, oltre ai sintomi da raffreddamento, presenta scarso appetito e sete.

Per tutti, l’intervento repentino del Pediatra è essenziale se si evidenziano i seguenti sintomi:

  • Vomito;
  • Sibili respiratori ben udibili;
  • Respiro molto veloce;
  • Se si osserva che, mentre il piccolo inspira, le costole sembrano rientrare nel costato;
  • Il piccolo è molto stanco e spossato;
  • Si rifiuta di bere o mangiare;
  • Si evidenzia cianosi, ovvero la pelle soprattutto di labbra e unghie diventa blu;
  • Si verificano episodi di apnea;
  • Disidratazione;
  • Bassi livelli di saturazione dell’ossigeno, ovvero arriva poco ossigeno ai tessuti.

Nello specifico, gli ultimi 4 sintomi sono importanti segnali d’allerta che il Pediatra monitora fin da subito in presenza di sospetta bronchiolite.

Abbiamo visto che la diagnosi di bronchiolite è clinica, ovvero il Pediatra analizza i sintomi e visita il piccolo, monitorando proprio idratazione e saturazione dell’ossigeno ed escludendo altre malattie polmonari come bronchiectasia o asma.

La cianosi e l’apnea rappresentano, infatti, complicanze della bronchiolite che possono richiedere il ricovero, insieme a disidratazione e/o bassi livelli di saturazione di ossigeno e insufficienza respiratoria.

La presa in cura repentina del piccolo è orientata quindi proprio ad evitare cianosi e disidratazione.

Il Pediatra, infatti, monitora da subito la saturazione dell’ossigeno e l’idratazione quando c’è il sospetto di bronchiolite.

Fattori che favoriscono la Bronchiolite nei neonati

Abbiamo visto che la bronchiolite è causata da RSV e altri virus normalmente diffusi nella stagione invernale.

La caratteristica che accomuna tali virus è che il contagio avviene per contatto, ovvero attraverso le goccioline nell’aria liberate da una persona infetta mentre parla, starnutisce o tossisce, oppure condividendo asciugamani o giocattoli, così come attraverso il contatto tra mani, naso, occhi o bocca.

Per i neonati risulta, quindi, evidente che in particolare i familiari, i genitori o i fratellini più grandi sono i principali “untori”, così come la frequentazione di ambienti fuori casa, dalla passeggiata al centro commerciale alla visita ad amici e parenti, aumentano le possibilità di contagio per contatto con potenziali malati.

Per i bambini più grandicelli, anche oltre i 6 mesi o meno, l’entrata in comunità come l’asilo nido aumenta molto il rischio di contagio.

Infine, non bisogna dimenticare che i bambini sotto i 2 anni sono quelli a maggior rischio di bronchiolite perché il loro sistema immunitario non è ancora maturo e quindi sono caratterizzati da una debolezza intrinseca.

Per i neonati e i bambini al di sotto dei 3 mesi il rischio è maggiore perché sia i polmoni che il sistema immunitario non sono ancora ben sviluppati.

Oltre al contatto con fratelli, genitori e altri bambini all’asilo e all’età molto piccola, bisogna considerare altri fattori che aumentano il rischio di bronchiolite nei neonati e nei bambini sotto i 2 anni.

Questi:

  • Essere nati prematuri;
  • Diagnosi di problematiche polmonari o cardiache;
  • Immunodepressione;
  • Esposizione al fumo di tabacco;
  • Non essere mai stati allattati al seno.

Prevenzione e cura della bronchiolite

Per prevenire la bronchiolite nei neonati, così come nei bambini molto piccoli, bisogna principalmente seguire alcune norme igieniche utili per evitare il contatto con potenziali “untori” e per mantenere pulite le prime vie respiratorie ed evitare così lo sviluppo di un terreno fertile per i virus.

Nello specifico, vengono indicati principalmente 5 consigli utili, o meglio abitudini che favoriscono la prevenzione della bronchiolite.

#1 Lavarsi sempre le mani prima e dopo aver accudito il piccolino

Ricordati che il contatto con goccioline infette favorisce il contagio del neonato.

#2 Evitare il contatto con altri bambini piccoli o grandi così come adulti infetti

Si è evidenziato che genitori e fratelli infettati dai virus che causano la bronchiolite sono tra le principali cause di infezione del neonato.

Inoltre, se all’asilo nido sono stati segnalati casi sospetti, si consiglia di tenere il bambino a casa e monitorarlo.

#3 La detersione nasale aiuta a diminuire il rischio di infezione

Mantenere il naso libero da muco e sporcizie, soprattutto quando sono in eccesso, diminuisce la possibilità di contagio e riduce il rischio di sviluppo di terreno fertile nelle vie aeree superiori per l’attecchimento dei virus che poi, scendendo verso le vie aeree inferiori, propagano l’infezione ai bronchioli.

#4 Allattamento al seno

Il latte materno aiuta lo sviluppo di un sistema immunitario sano e forte e protegge il piccolino quando le sue difese sono ancora immature.

#5 Evitare qualsiasi contatto del piccolino con il fumo

Non fumare in casa è un doveroso obbligo nei confronti dei propri figli, nell’ottica di proteggere la loro salute in caso di bronchiolite e non solo.

In aggiunta, è importante evitare il fumo anche fuori casa e in qualsiasi ambiente in cui c’è un neonato o un bambino, anche nelle vicinanze.

In generale, il trattamento della bronchiolite nel neonato e nel bambino molto piccolo avviene a domicilio con il supporto del Pediatra.

La cura di base prevede, principalmente, l’utilizzo di soluzioni ipertoniche con 2 funzionalità specifiche:

  • Detersione nasale, in particolare si consigliano soluzioni ipertoniche almeno al 2% da utilizzare in frequenti lavaggi nasali volti a liberare dal muco in eccesso le vie aeree superiori e, se necessario, anche con il supporto dell’aspiratore nasale;
  • Aerosol con soluzione ipertonica al 3% per favorire l’eliminazione dell’eccesso di muco dai bronchi e liberare le vie aeree inferiori congestionate.

La soluzione ipertonica, infatti, è in grado di richiamare acqua in loco, cavità nasali o bronchioli congestionati, favorendo la diluizione e fluidificazione del muco e di conseguenza attivando la mobilità delle ciglia che lo spazzano via fuori da naso e polmoni.

In aggiunta, il Pediatra potrebbe consigliare di frazionare il cibo nell’arco della giornata con pasti più frequenti ma dalle porzioni più piccole, al fine di agevolare l’alimentazione del piccolino.

In alcuni casi, il Pediatra potrebbe anche prescrivere dei broncodilatatori per via inalatoria, mentre gli antibiotici in generale non sono prescritti.

Ricorda che è un’infezione virale e il virus se ne va da solo, se non in casi particolari come bambini immunocompromessi o in presenza di sospetto di una concomitante infezione batterica.

Le informazioni specifiche di utilizzo di qualsiasi farmaco in ogni caso si rimandano al Pediatra.

Questo approfondimento sulla bronchiolite è una guida dedicata a te che vuoi affrontare con consapevolezza le eventuali problematiche di salute del tuo piccolino.

La consapevolezza infatti aiuta a essere genitori pronti e anche più sereni!

Questo articolo non ha in alcun modo lo scopo di sostituire il consulto medico.
Si consiglia sempre la visita pediatrica per capire le origini della malattia/infiammazione per le specifiche cure.

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