Benessere del nasino

Come riconoscere se mio figlio è un soggetto allergico

Comprendere i segnali di una possibile allergia non è semplice. Leggi qui quali sintomi si manifestano nei primi mesi di vita del bambino e quali dopo anni.

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18 Dicembre 2018 • 8 minuti di lettura

Parliamo di allergie nei piccoli e di come riconoscerle. Si Inizia con il solito prurito al naso, starnuti senza fine e occhi che si arrossano.

Poi ci sono anche le secrezioni nasali, il respiro dalla bocca e, non dimentichiamolo, l’alito cattivo.

Ecco che arriva il panico: “Cosa sarà successo al mio tesoro?”

È una domanda che tutti ci facciamo. Ed è per questo che vogliamo darti una mano con questo articolo.

Ti spieghiamo, infatti, cos’è un’allergia e quali sono i segnali da tenere d’occhio.

Ma ricorda sempre: il Pediatra è il tuo migliore alleato! Parlando con lui e condividendo informazioni, potrai crescere il tuo piccolo in salute e serenità.

Allergie: conosciamole meglio

Credo che sia capitato a tutti di subire una puntura di zanzara. Subito dopo, incomincia ad avvertire un bruciore, poi un fastidioso pizzicore e, infine, tanto prurito.

Se le punture sono state più d’una, si avverte una sensazione di disagio, ci si sente nervosi e scocciati. Tutto il nostro cervello è attivato da quelle punture.

Immagina ora che a questa sensazione se ne associano altre, come dolori addominali, occhi che bruciano, palato che prude, da cui risulta un malessere generale.

Ecco, il soggetto allergico ha queste manifestazioni, non solo ad una semplice puntura di zanzara, ma a tante altre sostanze, alimenti e prodotti di uso quotidiano, che noi utilizziamo e di cui ci circondano in quanto innocui alla maggior parte delle persone.

Chiarito ciò, possiamo passare al paragrafo successivo e spiegare, davvero, cos’è un’allergia.

Cos’è, quindi, un’allergia?

L’allergia è una particolare risposta che il nostro sistema immunitario – quello che ci difende dalle aggressioni del mondo esterno – attiva verso alcune sostanze presenti nell’aria o negli alimenti, che sono del tutto innocue al resto della popolazione.

Tale risposta è responsabile di una serie di sintomi che possono presentarsi evidenti o essere sfumati nel soggetto allergico.

L’allergia presenta una forte familiarità, quindi, molto frequente. In sostanza, se in famiglia esistono casi precedentemente diagnosticati, genitori o altri parenti prossimi, bisogna ricordarlo e parlarne con il Pediatra.

Quali sono le sostanze che possono causare allergia?

Le sostanze che causano allergia sono varie e, normalmente, non risultano dare problemi.

Si differenziano di natura inalatoria, ovvero che arrivano in contatto con il bambino attraverso la respirazione (pollini, polvere, etc.) o alimentare (come, ad esempio, pesche, nocciole, fragole, uova, etc.), che vengono ingeriti o, ancora, per semplice contatto.

Queste sostanze, quando entrano in contatto con il soggetto predisposto, attivano una risposta cellulare responsabile della comparsa di una serie di sintomi come, ad esempio, il pomfo che si ha con la puntura o dolore addominale, feci acquose con strie di sangue, bambino lamentoso e sofferente, eruzioni cutanee improvvise, e altri.

L'osservazione materna è di grande ausilio nell'aiutare il Pediatra a fare una diagnosi di allergia.

Diagnosi che necessita, sicuramente, della raccolta di notizie riguardanti il vissuto del bambino, la storia familiare, una visualizzazione clinica e la successiva conferma con gli strumenti diagnostici.

Sintomi dell’allergia

I sintomi che possono e devono essere considerati, come spiegato in precedenza, sono diversi, non sempre specifici di allergia che il Pediatra dovrà differenziare ma che un genitore può raccontare.

In particolare, nei primi anni di vita il piccolo può presentare spesso:

  • Una scarsa crescita;
  • La presenza di una dermatite ricorrente;
  • Naso chiuso che cola, arrossato e congesto, che il piccolo tende a strofinare continuamente;
  • Episodi frequenti di bronchite che costringono il bambino a continue assenze scolastiche;
  • Oggetti infilati nell’orecchio e usati per grattare;
  • Tosse notturna, fastidiosa e continua, che compare dopo un’ora o due che il piccolo staziona supino;
  • Sensazione di soffocamento, con sempre tosse stizzosa e continua in ambienti troppo caldi;
  • Dolore di pancia, che non trova una risposta.

Il dialogo Pediatra-genitore risulta, quindi, fondamentale per realizzare una diagnosi di allergia, che rappresenterà una caratteristica costituzionale del bambino e che lo accompagnerà per tutta la vita.

Come prevenire le allergie?

Le strategie di prevenzione possono essere messe in atto sin dalla nascita del bambino.

Di seguito, 4 raccomandazioni:

  1. Allattamento al seno esclusivo, possibilmente per 6 mesi e comunque non inferiore ai 4 mesi;
  2. Iniziare il divezzamento a 6 mesi di vita e comunque non prima del 4° mese compiuto;
  3. Per i bambini a rischio allergico, introdurre i cibi potenzialmente allergizzanti secondo la stessa modalità rispetto ai bambini non a rischio;
  4. Nel mondo occidentale, i bambini e gli adolescenti trascorrono la maggior parte del loro tempo in ambienti chiusi. È molto importante, quindi, che gli interventi siano mirati a limitare il più possibile l’esposizione ai suoi fattori di rischio, come fumo di tabacco e fattori domestici (acari della polvere, muffe, i derivati epiteliali di cane e gatto) che rappresentano un’importante possibilità di prevenzione. Infatti, l’asma e la rinite allergica risultano essere correlate all’esposizione a muffe, proprio durante il primo anno di vita, sia nei bambini sia negli adolescenti.

Abbiamo visto che riconoscere i segnali di un’allergia nei bambini può essere un compito impegnativo, ma cruciale per garantire il loro benessere.

Nei primi mesi di vita, i sintomi possono manifestarsi in modi variabili, ma è fondamentale per i genitori essere consapevoli di tali segnali e agire di conseguenza per proteggere la salute dei loro figli.

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Questo articolo non ha in alcun modo lo scopo di sostituire il consulto medico.
Si consiglia sempre la visita pediatrica per capire le origini della malattia/infiammazione per le specifiche cure.

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