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Spasmi affettivi: come riconoscerli e affrontarli

Gli spasmi affettivi sono crisi di pianto molto violente, spesso spaventose, ma che non devono preoccupare. Scopriamo di cosa si tratta e come trattarle!

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13 Dicembre 2022 • 8 minuti di lettura

Crisi di pianto violente che fanno perdere il fiato al bambino fino, a volte, a farlo svenire per pochi secondi: sono gli spasmi affettivi, un fenomeno che spesso sconvolge i genitori.

Interessano circa una percentuale del 5% di tutta la popolazione infantile. Sono infatti molto frequenti soprattutto nei bambini tra i 6 e i 18 mesi, ma possono verificarsi anche fino ai 4 anni.

Contrariamente agli spasmi affettivi nei bambini, quelli nei neonati si manifestano solo raramente, di solito dopo la prima settimana di vita (in questi casi, è consigliata una visita pediatrica per scongiurare che si tratti di altre patologie).

Ma che cosa sono gli spasmi affettivi nello specifico? E perché si verificano? Vediamolo insieme.

Cosa sono gli spasmi affettivi?

Gli spasmi affettivi sono reazioni involontarie del bambino, che si manifestano quasi sempre allo stesso modo.

Il bambino che soffre di spasmi affettivi generalmente piange disperatamente per un minuto circa, in maniera così violenta fino a perdere il respiro.

Il pianto, così forte e disperato, può portare addirittura alla perdita di coscienza per qualche secondo.

Per quanto possa spaventare mamma e papà, la perdita di coscienza momentanea si risolve nel giro di pochi attimi.

Finita questa rapida concatenazione di eventi, il piccolo torna cosciente e riprende a respirare normalmente.

Inoltre, durante queste crisi di pianto violente i bambini possono diventare molto pallidi in volto o cianotici. Il piccolo, infatti, piange in maniera così forte da andare in apnea.

Ci sono, però, anche bambini che, al contrario, diventano pallidi: questo succede perché i soggetti che soffrono di spasmi affettivi pallidi piangono in maniera meno vigorosa e svengono più facilmente.

Se gli spasmi affettivi cianotici sono più frequenti a seguito di crisi di rabbia o frustrazione, gli spasmi affettivi pallidi sono invece più spesso la conseguenza di traumi fisici come le cadute.

Come devono comportarsi mamma e papà di fronte a questi fenomeni?

Cosa fare durante uno spasmo affettivo

Quello che più spesso i genitori si domandano è come intervenire quando accadono questi episodi.

Se infatti le prime volte possono spiazzare, con il tempo le mamme e i papà imparano a riconoscere il loro arrivo. Tuttavia, nulla riesce a fermare gli spasmi affettivi, che possono solo essere affrontati nel migliore dei modi.

Cosa fare dunque quando i bambini piangono e rimangono senza fiato?

La prima regola, naturalmente, consiste nel mantenere la calma.

Si tratta, come abbiamo detto, di reazioni che possono essere causate da spaventi molto forti. Se il bambino in quel momento dovesse vedere i suoi punti di riferimento nel panico potrebbe avere ancor più difficoltà a gestire l’emozione.

Un buon modo per cercare di tranquillizzare il bambino è quello di stimolare delicatamente, magari accarezzandolo, sfiorandolo o soffiando leggermente sul viso.

Con questi gesti, delicati e rassicuranti, si potrebbe anche riuscire a interrompere la fase di apnea, evitare quindi lo svenimento e favorire la ripresa normale del respiro.

Inutile dire che un altro modo per far sì che non si verifichino gli spasmi affettivi è evitare tutte le occasioni fonte di grande stress per il piccolo: gli spaventi non sono quasi mai prevedibili, ma in generale è meglio non mettere il bambino in condizioni di paura o di forte rabbia.

Se, per esempio, il piccolo reagisce in malo modo alla visione del sangue, cerchiamo di allontanarlo da, ad esempio, un amichetto che si è sbucciato le ginocchia e potrebbe sanguinare.

Gli spasmi derivano spesso dalla reazione a un rimprovero? Proviamo a capire come comunicare al piccolo lo stesso messaggio in maniera differente.

Finita la crisi, coccole e rassicurazioni

Passata la crisi, il bambino ha bisogno di essere rassicurato e coccolato.

È bene anche non dare troppo peso a quello che è appena accaduto, soprattutto se gli spasmi si verificano come reazione a un contrasto tra genitore e figlio: questo serve per evitare che i bambini “utilizzino” questo fenomeno come strategia per ottenere ciò che vogliono.

Se queste crisi diventano particolarmente frequenti e vi state accorgendo che il bambino utilizza gli spasmi di proposito è bene chiedere un parere al Pediatra, che potrà fornirvi alcune indicazioni comportamentali da adottare per far fronte al problema.

Esistono esami da fare per gli spasmi affettivi?

Come già detto, quello degli spasmi affettivi non è un fenomeno preoccupante, e soprattutto tende a risolversi da sé con la crescita.

Tuttavia, in alcuni soggetti che ne soffrono è stata riscontrata una carenza di ferro, per cui il Pediatra potrebbe consigliare esami del sangue per escludere la presenza di anemia e magari un elettrocardiogramma per escludere problemi cardiaci.

Infine, oltre ai fenomeni che abbiamo descritto finora, potrebbe capitare che, al termine della crisi, il piccolo manifesti anche movimenti involontari di braccia o gambe. In questi casi meglio consultare uno specialista per escludere eventuali problemi neurologici.

Abbiamo visto cosa sono gli spasmi affettivi, come si manifestano e quali sono i comportamenti che mamma e papà devono tenere per rassicurare il più possibile il bambino.

Ricorda che la regola più importante è mantenere la calma e tranquillizzare il piccolo durante tutta la durata della crisi, per fare in modo che si senta protetto e al sicuro!

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