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Pavor nocturnus: come riconoscerlo e cosa fare

Il bambino urla nel cuore della notte, sembra spaventatissimo, ma non si tratta di un incubo: è il pavor nocturnus, anche noto come terrore notturno, un fenomeno spaventoso ma del tutto innocuo. Vediamo insieme cosa fare per aiutarlo.

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15 Settembre 2022 • 8 minuti di lettura

È notte fonda, il tuo piccolo urla all’improvviso, ha gli occhi sbarrati, suda e ha il respiro corto: il pavor nocturnus dei bambini è davvero impressionante, tuttavia non deve destare preoccupazione.

Di cosa si tratta?

Il pavor nocturnus è una perturbazione non patologica del sonno, che nei bambini si verifica con una certa frequenza e che, com’è arrivata, scompare senza lasciare tracce.

Ma vediamo più nello specifico che cos’è e come conviverci.

Che cos’è il pavor nocturnus

Il pavor nocturnus - o terrore notturno - rientra nella categoria delle parasonnie come il sonnambulismo.

E proprio come il sonnambulismo lascia vuoti di memoria.

Non è causato da nessun tipo di patologia, colpisce frequentemente i bambini nella fascia d’età 2-12 anni e solitamente scompare entro l’adolescenza.

Non è un fenomeno prevedibile o che si presenta con regolarità: può infatti verificarsi tutte le notti fino a quando non scompare, oppure anche una sola volta nella vita del bambino.

Attenzione però a non confonderlo con gli incubi: questi si manifestano nella fase REM, mentre il pavor nocturnus è un fenomeno che si verifica solo durante la fase di sonno profondo non-REM.

Ma se non è un incubo, non è dato da disturbi neurologici né tanto meno da disturbi affettivi o relazionali, che cos’è?

Il terrore notturno non è altro che la conseguenza dell’attivazione del sistema limbico, ovvero il sistema preposto alla gestione delle emozioni, che però si attiva non come conseguenza di esperienze effettivamente vissute.

A questo punto sorge spontanea una domanda…

Perché si soffre di pavor nocturnus?

Le informazioni sulle cause che portano alcuni soggetti a soffrire di pavor nocturnus sono ancora pressoché sconosciute.

Quello che si è notato è che generalmente ne soffrono di più i maschi, che chi ne soffre ha solitamente un membro in famiglia che ne ha sofferto a sua volta in passato, e che gli episodi compaiono più frequentemente in soggetti particolarmente stressati, reduci da nottate con sonno disturbato o con febbre.

Anche una giornata vissuta in maniera piuttosto intensa, ricca di emozioni, può aumentare la probabilità che nella notte, nella fase di sonno profondo, si verifichi questo fenomeno.

Se il tuo bambino, quindi, ha manifestato un episodio di pavor, presta attenzione a non stressarlo con un numero di attività eccessive o con troppi stimoli.

Soprattutto nella seconda metà della giornata, dal pomeriggio in poi, è meglio indirizzarlo verso attività tranquille.

Come riconoscere il pavor nocturnus

Ma come riconoscere se il tuo bambino sta avendo un episodio di pavor nocturnus?

Il terrore notturno può sembrare davvero spaventoso, soprattutto se non si è preparati all’evento, non lo si conosce o se è la prima volta che ci si trova a dover fare i conti.

Solitamente, il bambino che ne soffre inizia a urlare all’improvviso mentre dorme, presenta il battito cardiaco accelerato, suda, respira a fatica e ha gli occhi sbarrati con le pupille dilatate o serrate. Spesso può verificarsi anche una perdita di urina.

Il piccolo durante la manifestazione si agita, e i suoi movimenti sono tutt’altro che controllati, anzi, appaiono scomposti e molto rigidi.

Insomma, si comporta esattamente come se un qualcosa lo stesse terrorizzando, a tal punto da fargli perdere il controllo (da qui il nome “terrore notturno”).

Cercare di calmarlo con parole o gesti è totalmente inutile, perché in quel momento non è in grado di reagire a nessun tipo di stimolo.

Al contrario, un’interferenza potrebbe peggiorare la crisi in atto, quindi il consiglio è quello di lasciare che il pavor nocturnus faccia il suo corso.

La durata del fenomeno va da pochi minuti a 30 minuti massimo. Finito l’evento, il bambino torna a dormire come di consueto.

La realtà, infatti, è che al risveglio non ricorderà nulla di quanto successo e per lui sarà come se il sonno non si fosse mai interrotto!

Come si cura il pavor nocturnus?

Non esiste un rimedio al terrore notturno, e nemmeno una cura: l’unica cosa che si può fare è imparare a convivere con questo fenomeno finché non scompare naturalmente con l’aumentare dell’età.

Anche nel momento stesso in cui si verifica il pavor, purtroppo, non si può fare molto per aiutare il piccolo.

Esattamente come accade con i sonnambuli, bisogna solo aspettare che il bambino si calmi.

Ricorda: il bambino non va mai toccato, e a nulla serve cercare di calmarlo a parole.

L’unica cosa che può aiutare è sorvegliare per evitare che si faccia male, magari con qualche movimento inaspettato, e parlargli con toni tranquilli e pacati, a voce bassa. Non è importante ciò che dite, al piccolo basterà il suono della vostra voce per tranquillizzarsi.

Vietato anche risvegliare il bambino, non tanto per il gesto in sé, quanto per il fatto che potrebbe restare traumatizzato nel ritrovarsi all’improvviso circondato da persone che lo fissano con aria preoccupata: nella sua testa, lui sta solo dormendo!

Sarebbe come svegliarlo forzatamente durante un profondo sonno nel cuore della notte.

Abbiamo visto cos’è il pavor nocturnus, o terrore notturno, come riconoscerlo e cosa poter fare per cercare di calmare il proprio bambino.

Anche se per te, mamma o papà, può apparire come una cosa spaventosa, il tuo bambino al risveglio starà subito meglio e non ricorderà nulla di quanto accaduto.

Questo articolo non ha in alcun modo lo scopo di sostituire il consulto medico.
Si consiglia sempre la visita pediatrica per capire le origini della malattia/infiammazione per le specifiche cure.

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